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venerdì 29 giugno 2012

Una società confiscata ma... controllata.

Incredibile da leggersi... proprio l'altro ieri nel giornale La Sicilia, ho letto di una società che sottoposta prima ad Amministrazione controllata e quindi confiscata, durante tale gestione, si ritrova ad un passo dal fallimento...
L'impresa, entrata in una inchiesta per associazione mafiosa, comincia a subire tutta una serie di provvedimenti restrittivi, vengono arrestate varie persone, si ipotizza il reato di truffa e vengono sequestrati beni per oltre 30 milioni di euro, comunque alla fine la società sta per chiudere per problemi finanziari...
La cosa che sconvolge è che la Società pur essendo sotto controllo, secondo le ultime indagini della Procura, continuava tranquillamente ad essere gestita direttamente da un familiare che dal carcere impartiva gli ordini, indicava quali strategie si dovevano adottare, manteneva i contatti e via discorrendo... quando si dice che gliel'hanno fatta veramente sotto il naso, soprattutto a coloro che erano demandati a controllare...
Le indagini hanno accertato, come venivano svolti gli accordi con le società concorrenti, per la conquista di nuove fette di mercato, dove attraverso regalie di vario tipo, venivano intensificati i rapporti collaborativi, si provvedeva all'assunzione di parenti e amici ed infine continuava come niente fosse una circolazione di denaro, parallela a quella regolare... ed ovviamente nessuno si accorgeva di nulla!!!
Continuare a voler parlare e raccontare episodi di  Mafia, racket, pizzo, non so più a cosa possa portare, fin quando la responsabilità individuale non prevale su quella collettiva, allorquando non si assiste ad una imposizione ferrea, ad un impegno coerente dello Stato, con regole forti e decise, le persone semplici, i cittadini comuni assisteranno sempre in maniera distaccata a quanto avviene loro accanto, le coscienze resteranno nel letargo e le collaborazioni sperate non saranno mai seguite dalle denunce, resteranno come sempre una utopia, chiuse non per paura o per quella mentalità che da sempre la Storia ci vuole attribuire, ma nell'aver compreso come lo Stato in Sicilia oltre che essere assente, non permette a coloro vogliono lottare di poterlo fare...
Hanno ragione quei dieci studenti universitari statunitensi, che incontrando altri ragazzi del movimento Addiopizzo ed affrontando proprio quel tema sulla legalità, hanno risposto che credevano che la mafia fosse un film...., perché infatti solo e soltanto nelle pellicole, ci fanno vedere e credere, che questa viene sempre contrastata e finalmente sconfitta, mentre nella realtà, mi accorgo ogni giorno di più che nulla cambia, anzi volendo riprendere ad esempio proprio un film... mi sento in questa lotta sempre più solo e " Ultimo "...

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