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mercoledì 20 giugno 2018

Volto gli occhi per non vedere più nulla fermarsi nella sua apparenza...

E l'aria è nuova!!!
E tutto, attimo per attimo, è com'è, che s'avviva per apparire... 
Già, volto subito gli occhi per non vedere più nulla fermarsi nella sua apparenza e morire... 
Solo così soltanto posso vivere ormai...
Rinascere attimo per attimo e impedire che il pensiero si metta in me di nuovo a lavorare, e dentro mi rifaccia il vuoto delle vane costruzioni...
Ma la città è lontana... 
Me ne giunge a volte nella calma del vespro il suono delle campane, ma ora quelle campane le odo non più dentro di me, ma fuori, suonano... si suonano per se, fremono di gioia nella loro cavità ronzante in un cielo azzurro pieno di sole, pesanti e così alte su quei campanili aerei...
Pensare alla morte, pregare... 
C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane... 
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo... e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori...
Viviamo oggi una realtà in perpetuo mutamento...
Nulla può essere fissato da schemi precisi e preordinati, onnicomprensivi del tutto...
Ogni immagine globale che pretenda di sistemarla, non è altro che una proiezione soggettiva di ciò che non esiste... 
Osservate... la realtà non è più chiara, anzi è divenuta multiforme, versatile, non esiste più alcuna prospettiva privilegiata da cui osservarla, mentre al contrario, le prospettive possibili sono divenute infinite e tutte assimilabili...
D'altronde in un mondo divenuto relativo, non vi è più una verità oggettiva che possa andare bene per tutte le condizioni... poiché ciascuno orienta la verità in modo soggettivo, a seconda delle circostanze o di come si dispongono gli individui...
Ne deriva quindi un’inevitabile incomunicabilità tra gli uomini: essi non possono intendersi, perché ciascuno fa riferimento ad una realtà che va bene per se stessi e a poco interessa se questa possa andare bene anche per per gli altri, si vive cioè un mondo soggettivo, che gli altri non comprendono ed è il motivo per cui, la maggior parte delle volte essi lo evitano...
La realtà dimostra quindi di non essere più organica, ma va sfaldando in una varietà di frammenti che non hanno più alcun senso complessivo.
C'è sfiducia in ciò che è reale, mentre ciò che è relativo diventa l'univo vero valore di collegamento al soggettivismo assoluto, vissuto in questa nuova realtà, mediante i nuovi strumenti della razionalità...

Tutto ciò che vediamo, tutto ciò che siamo, tutto ciò che ci circonda... non esiste, ma rappresenta semplicemente una momento isolato di un qualche esperienza indefinita...
Non resta quindi che prenderne atto, accettare la totale incoerenza dell'uomo e convivere con la mancanza di quel senso del reale.
L'Io ha perso ormai ogni sua consistenza e pian piano inizia a frantumarsi, fino ad annullarsi totalmente in una serie di piccoli frammenti, dove ciascuno di essi, resta slegato dal resto...
La crisi dell’individuo evidenzia che egli ha raggiunto il suo apice negativo e come un'automa viene inghiottito da questo sistema che lo vuole sempre più incerto e superficiale...
Ecco il motivo per cui la maggior parte utilizza una maschera, in particolare se questa rappresenta un altro soggetto, già... anche di qualcuno che forse si conosce davvero: Servirà a darsi una aria diversa, chissà forse potrei dire... una parvenza di ciò che non si è, ma che si vorrebbe essere!!!
D'altronde diceva William Shakespeare: Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. 




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