Sono passati 27 anni da quando i sicari di cosa nostra, assassinarono l'imprenditore Libero Grassi...
Ed ora, per ricordare quel tristo giorno del 29 Agosto, durante la cerimonia commemorativa è stata spruzzata a terra una macchia rossa... per ricordare a tutti e non solo alla città di Palermo, che quella ferita è rimasta ancora aperta!!!
Sono presenti i familiari dell'imprenditore, i figli Alice e Davide, il nipote Alfredo ed anche l'ex presidente del Senato Piero Grasso, insieme al sindaco Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro e alcuni giovani dell'Associazione "Addiopizzo".
Dice bene la figlia dell'imprenditore Alice: "
L’omicidio di mio padre è una ferita ancora aperta sia per me che per una parte dei cittadini di questa città. Non so se lo è per tutti, visto come stanno le cose…”.
Ha perfettamente ragione a pronunciare queste parole, d'altronde perché continuare a prenderci in giro...
A Palermo, come in tutte le realtà siciliane, nessuno si oppone al pagamento del pizzo e sono in molti, per dì non dire quasi tutti, quelli che continuano a pagare...
Non parliamo poi delle denunce... non ho alcuna voglia di mettermi a ridere, anche perché l'argomento è talmente tragico, che difficilmente si può pensare di sorridere...
La verità è che nessuno denuncia e non credo che il motivo sia da ricercare nella paura di ritorsioni, ma quanto accade va osservato in un contesto più ampio, e cioè in quel modo di essere siciliani... accodati come pecore e ripetendo quanto gli altri sommessamente compiono...
Ecco perché questi nuovi imprenditori pensano tutti in maniera eguale o per meglio dire "generalizzata": "Se
la regola dice di pagare, già... se tutti pagano, chi sono io per non pagare"???
Non è quindi quell'associazione criminale a far paura (quello stato emotivo di fronte ad un pericolo reale o paventato, potrebbe peraltro anche starci...), no... è proprio il desiderio inconscio di sottostare a quel ricatto, che li fa pagare!!!
D'altro canto, non bisogna dimenticare come parte di questi nostri imprenditori, non sono certo così codardi o timorosi per come vorrebbero alcuni farci credere, anzi tutt'altro, non per nulla svolgono quella loro imprenditorialità in questa terra, ciò dimostra, che non sono dei soggetti così disposti a subire in maniera passiva eventuali intimidazioni da parte di terzi, in particolar modo, da presunti delinquenti...
Non è quindi la paura a creare in loro timori, bensì è l'angoscia di sapere che la collettività li possa abbandonare...
Il fatto stesso d'aver denunciato, fa apparire quegli imprenditori (e non solo essi purtroppo... ) agli occhi della collettività, come soggetti da evitare, individui da relegare, da cui stare lontani, quasi fossero "infetti" (viceversa dovrebbero essere posti proprio a "modello", in una società che manifesta quotidianamente un concetto molto basso della morale...), ed ecco quindi che si crea intorno ad essi, un vuoto...
E come se vi sia una forma di barriera, non fisica e neppure tangibile, data ad esempio dalla presenza, dinnanzi alla propria attività, di individui affiliati alla criminalità organizzata, che fa sì d'allontanare l'eventuale clientela...
No... non c'è bisogno di nessun bestione dinnanzi a quei locali, perché sono le persone stesse, con quel loro modo di essere a mostrarsi reticenti ed omertosi...
A far sì che ciascuno in quel quartiere comprenda comr sia meglio evitare d'avere contatti con quell'imprenditore o quella attività...
Ciascuno di essi, ancor prima di subire sguardi aggressivi o di ricevere possibili atteggiamenti ostili, evita persino di passarci dinnanzi a quella strada, dimenticando altresì di come un tempo, in quello stesso locale, qualcuno... aveva dato loro sostegno, nel momento deli bisogno!!!
Ma si sa, la vita è così... e come dice quel detto:
"Fai del bene e scordatelo, tanto se lo scorda pure chi lo riceve"!!!
Ecco quindi che pian piano, quell'imprenditore perbene e quella sua attività, andrà a scomparire (nel termine "buono" della parola, senza alcun spargimento di sangue... ) e con essa, anche la propria famiglia...
Sì... alla fine, dovranno andarsene tutti: Al nord... all'estero, non ha alcuna rilevanza, l'importante è che se ne vadano presto via da quel luogo...
Per il resto tranquilli... quel posto "indegno", verrà concesso ad un altro imprenditore (forse anche prestanome...) certamente più conciliante con quelle regole...
Ecco perché condivido quanto dice la figlia Alice: "Le denunce, rispetto al fenomeno mafioso, sono poche”!!!
Quindi, pur comprendendo queste costanti "
giornate della memoria", non posso dimenticare la condizione di solitudine in cui è stato lasciato Libero Grassi, che descrive perfettamente quanto sopra riportato: "
Abbandonato dai suoi colleghi, dalle istituzioni, dalla politica, ed anche dai suoi stessi concittadini"!!!
Perché in quella macchia rossa, realizzata oggi con lo spray, non ci sono soltanto i nomi e i cognomi di chi non lo ha protetto, ma tutti i nomi di coloro che possono oggi denunciare e non lo fanno, pur sapendo che le cose sono cambiate e che lo Stato è diverso e soprattutto più forte, rispetto a trent'anni fa!!!
Concludo con una frase di Alice Grassi: "Palermo deve ancora dire davvero basta e deve recuperare un senso di comunità; mio padre – aggiunge – ha dato un esempio importante, se avesse anche insegnato qualcosa... oggi le denunce, sarebbero molte di più!".
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