"Anna Frank brucia - Parlateci delle Foibe - Calpesta l'ebreo", sono solo alcune delle frasi scritte dinnanzi ad una scuola di Pomezia, accompagnate da quei soliti simboli di svastiche e croci celtiche, che ripropongono ancora oggi, ad oltre 70 anni di distanza, un periodo storico criminale, qual'è stato il nazismo ed il fascismo, sostenuto da una propaganda politica farneticante, che esaltava violenza ed una ipotetica razza superiore...
Ecco perché a questi comportamenti demenziali, preferisco contrapporre quello di un grande uomo, a cui proprio i giovani che hanno in queste ore imbrattato quella scuola, dovrebbero ispirarsi...
Mi riferisco a Francesco Nardecchia, un lattaio del "ghetto di Roma" che il 16 Ottobre del 1943 - il giorno in cui quella comunità presente venne deportata dai tedeschi nei campi di sterminio - intervenne a rischio della propria vita, per salvare due piccoli fratelli, Sara e Gabriele Sonnino, da morte certa...
Egli, senza alcun esitazione, si lanciò in strada e urlando al soldato tedesco che li stava portando via, gridò che quei due bimbi erano suoi figli!!!
Cosa dire, un gesto eroico di una persona semplice che dimostra come per essere dei grandi uomini basta poco...
Difatti ogni anno, la comunità ebraica romana, alla vigilia dello Shabbat (è la festa del riposo che viene celebrata ogni sabato) ricorda Francesco nel corso della cerimonia...
Ha raccontato alcuni anni fa sua figlia Virginia: “Mi ricordo poco di quel giorno, avevo 13 anni. Quando papà portò quei bambini dentro alla latteria non capii cosa stesse succedendo. Ripensare a quello che fece è bellissimo”.
Sono pochissimi i gesti che meritano di essere ricordati di quel periodo buio per l'intera umanità, peraltro la maggior parte di essi resteranno ahimè indelebili nelle coscienze e se pur la storia ci ha insegnato che non bisogna mai abbassare la guardia dinnanzi a quei movimenti d'ispirazione antisemita e xenofobi, regimi totalitaristi che hanno provocato milioni e milioni di vittime, ecco che per fortuna, in mezzo a quell'indifferenza e codardia generale, c'è chi ha saputo illuminare con i propri gesti una delle poche virtù umana: il coraggio!!!
Sì... proprio quello che manca oggi, a tutti coloro che vanno imbrattando i muri con simboli e frasi che mostrano quella loro debole indole, capace di primeggiare soltanto attraverso atteggiamenti di sopraffazione e pusillanimità!!!
Già...
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi, “Se questo è un uomo”.
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