Un processo lungo…???
Noooooo… lunghissimo!!! Circa 15 anni… ed è arrivato fino ai giorni nostri!!!
Qualcuno voleva ancora rinviare, già, si attendeva le dichiarazioni di Massimo Ciancimino... ma purtroppo questa deposizione è stata ritenuta dalla Corte d'Appello, assolutamente non necessaria, perché il padre Vito, non ha mai avuto alcun rapporto diretto o indiretto con Dell'Utri…, quantomeno dimostrabile.
Dopo la condanna a nove anni di reclusione in primo grado e la successiva richiesta a 11 anni (erano già trascorsi sei anni dalla sentenza di primo grado ) ecco che finalmente si giunge in Cassazione…
In tutti questi anni si sono apportate nuove riscontri, nuovi elementi investigativi, nuove dichiarazioni ed ulteriori elementi che provano in maniera inconfutabile all'accusa di avere per 30 anni avuto rapporti con la mafia...
Marcello Dell'Utri in questi anni, non si è perso una sola udienza, in tutti questi anni, egli ha aspettato la fine di un processo che riteneva ingiusto….
Ecco che finalmente la Prima Corte d’Appello di Milano, presieduto dal Giudice Marta Malacarne, si esprime: il senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri è assolto perché il fatto non sussiste, dall'accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose.
Quello appena conclusosi è il terzo processo d’appello sulla stessa vicenda e le motivazioni saranno depositate tra novanta giorni.
La cassazione infatti nelle scorse settimane aveva annullato con rinvio una precedente sentenza della corte d’appello con la quale i giudici avevano riqualificato l’accusa in minacce gravi e avevano dichiarato la prescrizione.
In precedenza, ancora, la cassazione aveva annullato la condanna a 2 anni per estorsione, rimandando il giudizio sempre alla corte d’appello.
L'assoluzione di Dell'Utri è una sentenza vergognosa, sono deluso, ma come cittadino ed ex parlamentare (repubblicano) devo avere fiducia nella giustizia… questo è quanto dice Vincenzo Garraffa, l'imprenditore vittima secondo l'accusa della tentata estorsione.
La difesa della parte civile farà ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione.
E’ stato annunciato dall'avvocato Giuseppe Culicchia, difensore dell'imprenditore Vincenzo Garraffa, parte civile nel processo.
È una sentenza sorprendente, ha dichiarato il legale, sostenendo che fino a ora, i fatti erano stati riconosciuti accertati e Garraffa considerato un testimone attendibile, mentre con questa sentenza, saremmo costretti a tornare a discuterne.
Pensavate che finalmente la vicenda si era conclusa, no... ancora ne vedremo delle belle… chissà se per altri 15 anni…
Ecco, forse l’idea e la necessità dei processi breve, non è poi così malvagia, soprattutto quando assistiamo a situazioni come quella di cui sopra...
Non è possibile assistere a processi che iniziano per le ragioni più assurde e si concludono con un nulla di fatto, scusate ma alla fine chi paga???
Chi paga per gli errori commessi??? Per le tutte quelle vite rovinate??? Per le loro famiglie??? non parlo del danno economico subito e neanche dal rimborso che lo stato concede per il maltorto, discuto del danno morale, quello che neanche dopo tanti anni verrà mai...purtroppo ripulito...
Il sistema processuale italiano attuale non prevede, infatti, specifici meccanismi di adeguamento alle indicate decisioni della Corte Europea mentre la Corte di Cassazione ha affermato che «… la prolungata inerzia dell'Italia corrisponde alla trasgressione dell'obbligo previsto dall'articolo 46 della Convenzione di conformarsi alla sentenza definitiva della Corte europea e, quindi, costituisce una condotta dello Stato italiano qualificabile come flagrante diniego di giustizia».
Oggi, per i magistrati, esiste una responsabilità civile “indiretta” ovvero il cittadino vittima a parer suo di un’ingiustizia, può fare causa allo Stato e solo dopo lo Stato può rivalersi sul magistrato...
Accade però che, mentre le denunce solo lo scorso anno sono state più di 1300 e lo Stato nell'ultimo decennio ha sborsato più di 400 milioni di euro, nello stesso periodo di 10 anni, solo l’1,3% dei giudici è stato colpito da gravi illeciti disciplinari e solo 7 negli ultimi 3 anni. Ciò vuol dire: che i magistrati, non sbagliano mai o sbagliano raramente e quindi alla fine hanno poco da preoccuparsi, eventualmente basterà coprirsi di una polizza assicurativa; oppure che alla fine dei tanti soldi sborsati dallo Stato, i diretti responsabili non pagheranno mai;
Come sempre in Italia!!!
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