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venerdì 5 gennaio 2018

Cara Sicilia...

Alcuni giorni fa in aeroporto, mentre attendevo un amico, mi sono ritrovato a leggere una rivista internazionale in inglese, lasciata lì su una panchina da qualche passeggero in partenza...
Mi ha incuriosito perché la copertina evidenziava un articolo sulla nostra cara isola, ed allora ho iniziato a leggere, ed ecco tradotto quanto in maniera abbastanza semplicistica quel mensile riportava: 
L'aeroporto principale in Sicilia si chiama Falcone-Borsellino, in memoria dei due magistrati antimafia saltati in aria per aver lottato contro Cosa Nostra...
Un periodo che ha insanguinato l'isola italiana e che ha coinvolto la mafia siciliana, in una serie di conflitti e di attacchi contro alcuni funzionari pubblici...
Eppure, ancora oggi, la maggior parte delle sue imprese, lotta quotidianamente per stare in piedi, in un clima imprenditoriale inospitale è ancora più duro perché deve tentare di respingere le influenze o le attenzioni di quell'associazione criminale...
Inoltre molte di quelle aziende devono affrontare tutta una serie di problemi, che pur sembrando banali, creano di fatto gravi danni, vedasi ad esempio le forniture irregolari di acqua e/o di elettricità, un'amministrazione pubblica ostile che presenta una consapevolezza diffusa secondo cui, i posti di lavoro hanno il diritto di ricevere una retribuzione mensile, ma a ciò non corrisponde alcun corrispondente dovere di lavoro!!!
Inoltre, le scarse infrastrutture dei trasporti e la evidente distanza che la Sicilia ha dal cuore dell'Europa, contribuiscono a spiegare i motivi che allontanano le imprese da questa regione e producono ben il 35% di disoccupazione, più del doppio della media nazionale, ed è il motivo per cui molti investitori stranieri ed anche nazionali, si astengono di recarsi in questa regione, convinti che la posizione, sia paragonabile a quella da terzo mondo.
Già alcune imprese siciliane, tra quelle industrializzate, sono probabilmente uniche nel mondo, considerato che ricevono dalla società di servizi di pubblica utilità,  la semplice fornitura di acqua soltanto un giorno su tre... 
Pensate che a Caltanissetta, nella Sicilia centrale, una fabbrica internazionale "Averna", che produce un amaro digestivo a base di erbe è a volte senza acqua bollente per una settimana... 
La società ha dovuto ampliare a proprie spese gli impianti, per realizzare dei serbatoi di stoccaggio, per perforare i terreni alla ricerca di pozzi ed infine per l'installazione di depuratori....
Riporta correttamente il titolare dell'azienda: "Quali altre imprese di bibite nel mondo, devono sostenere tutti questi costi così elevati?"...
Lo stesso problema l'aveva avuto anche la "ST Microelectronics", un gruppo franco-italiano che realizza a Catania, chip di memoria: Il problema è stato risolto, dopo che finalmente le autorità cittadine sono state persuase a posare le necessarie tubazioni per fornire il servizio idrico adeguato a questa compagnia, che rappresenta il più grande datore di lavoro industriale della Sicilia, con migliaia di lavoratori...
Analoga situazione avveniva per l'energia elettrica, dove non passava un giorno senza che ci fosse un blackout... interruzione che durava anche alcune ore, a causa di problemi con gli alimentatori, fino a quando poi la stessa società, non ha fatto installare una seconda linea ad alta tensione dalla rete e nuovi sistemi di energia alternativa...
Nonostante ciò, la stessa compagnia francese ha affermato che i rapporti con le autorità sono buoni....
Ma molte altre aziende hanno perso la pazienza a combattere con tutti le istituzioni locali, enti che alimentano quotidianamente barriere burocratiche, con l'aggravante soprattutto, che essi stessi, si dimostrano tra i peggiori clienti, in quanto solitamente non rispettano le scadenze dei propro pagamenti... lasciando così indebitate molte società - in particolare quelle private- che si ritrovano a non poter pagare gli stipendi ai loro dipendenti e a dover chiudere, seppur l'interessante credito avanzato e da incassare da parte di quegli Enti Regionali e/o Comunali... 
L'articolo ovviamente proseguiva, ma mi è bastato leggere quanto sopra, che mi è venuto il voltastomaco, sì... a pensare in quali modi veniamo visti dall'estero...
Hanno distrutto la terra più bella e meravigliosa nel mondo... e per colpa di quattro deficienti, ci ritroviamo ad essere descritti in questa maniera vergognosa...
Ed allora, rivolgendomi alla mia terra scrivo: "Cara Sicilia, il 2018 è entrato, ma credimi, non so più... cosa augurarti"!!!  

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