Sì... un percorso per evitare ciò che nessuno vuole annunciare: l’arrivo di una crisi economica di proporzioni storiche, forse paragonabile solo al crollo del 1929.
Questo mio semplice ragionamento nasce da un dato: in queste settimane, gli investitori stanno svendendo i titoli del Tesoro americano a un ritmo preoccupante.
Non si tratta di una semplice fluttuazione di mercato, ma di un alquanto segnale chiaro, anzi... troppo evidente!!!
Sì... da quando i "Treasury bonds" - da sempre considerati dagli investitori "porto sicuro" - hanno iniziato a perdere appeal; ciò significa che la fiducia nel sistema vacilla e se vacilla lì... dove il sistema dovrebbe essere più solido, allora il problema è più profondo di quanto vogliano farci credere!
Il motivo di questa fuga? Le politiche di Trump, certo...
I dazi imposti a raffica, le tensioni commerciali, l’incertezza che si è diffusa come un veleno nei mercati globali, ma c’è sicuramente dell’altro!
Mi riferisco al debito pubblico statunitense, quel mostro da 36 trilioni di dollari che incombe come un’ombra sull'economia americana; la mia sensazione, ma credo che sia anche quella più diffusa ora tra gli investitori, che proprio gli Stati Uniti potrebbero non essere più in grado di onorare i propri impegni nel lungo periodo.
E così, mentre le borse crollano, anziché rifugiarsi nei "Treasury", epr come d'altronde hanno sempre fatto in passato, ecco che viceversa, i grandi capitali mondiali, scappano da tutto: azioni, obbligazioni, epersino i titoli di Stato! Un movimento finanziario certamente innaturale, che rompe ogni schema finora conosciuto, ed allora mi sono chiesto: quando i mercati si comportano in modo irrazionale, non è perché forse sta succedendo qualcosa di grosso? Sì... qualcosa che i media non stanno raccontando?
Trump lo ha capito bene... ed è per questo che ha annunciato - solo dopo ore aver firmato dinnanzi ai fotografi con quel suo pennarello nero - una tregua di 90 giorni sui dazi più pesanti. Non lo ha fatto per generosità, ma per mera necessità! Perché se i rendimenti dei Treasury continuano a salire, il costo del debito diventerà insostenibile e le banche, le imprese, ed anche - ahimè - i cittadini comuni, si troveranno strozzati da tassi più alti, ed allora sì che il default non sarà più un'ipotesi remota, ma uno scenario concreto!
Ma la cosa più inquietante è secondo il sottoscritto: IL SILENZIO!
Il silenzio in Europa e ancor più... nel nostro Paese, basti osservare i media, Tg nazionali, quotidiani, social nessuno parla di questa emorragia di fiducia, sì... nessuno spiega perché gli investitori stiano abbandonando persino i beni rifugio.
Ed allora mi sono chiesto: non è che forse perché, se la gente iniziasse a capire, inizierebbe anche a muoversi. A ritirare i soldi dalle banche. A disfarsi delle obbligazioni. A cercare vie di fuga che, in un sistema finanziario già fragile, potrebbero innescare il panico.
E allora viene da chiedersi se siamo davvero sull’orlo di un nuovo 1929? La storia non si ripete mai allo stesso modo, ma spesso fa rima con se stessa. E oggi, come allora, i segnali ci sono. Sono lì, nelle curve dei rendimenti, nei bilanci delle banche, nel nervosismo dei mercati, sta quindi a noi vedere, ascoltare e capire.
Sì... prima che sia troppo tardi.
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