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mercoledì 2 novembre 2016

Lotta al malaffare: si corre ai ripari quando è ormai troppo tardi!!!

E’ necessario tener presente quanto solitamente avviene nel nostro Paese e cioè che si corre ai ripari... quando è ormai troppo tardi!!!
Se osserviamo a quali livelli sono giunte le mafie nelle nostri regioni e come abbiano saputo inserirsi in tutti quegli affari milionari... è evidente che qualcosa in quel sistema di prevenzione è venuto a mancare!!!
Ora molti tra voi diranno: si vabbè... caro Costanzo, non è che si può pensare sempre in maniera negativa,  dopotutto qualcosa di buono è stato fatto...
Sì... è vero, ma il problema è che si giunti sempre ad individuare quel sistema corruttivo, quando ormai gli avvenimenti... erano stati compiuti!!!
Per cui, a cosa serve arrivare a posteriori, quando cioè le collusioni sono state realizzate, quando ormai si è proceduto con la spartizione di quelle tangenti e le documentazioni incriminate sono state fatte sparire o quantomeno alterate, ed infine anche i suoi  truffatori sono riusciti a scappare all'estero e con i soldi percepiti, si stanno facendo seguire dal "noto" legale...  
Si parla tanto di controlli, ma se osserviamo il quadro normativo vigente, questo è compreso in quella semplice informativa antimafia, rappresentata dalla legge delega del 1994 nota con il numero 47...
Le Prefetture, hanno avuto così la possibilità di acquisire quelle necessarie informazioni, volte al cosiddetto accertamento d'infiltrazione mafiosa... all'interno di quegli organismi societari...
Ora vorrei dire... per aggirare quei controlli, basta costituire una società con due facce pulite e con il casellario giudiziario immacolato, senza carichi pendenti ed in regola con i propri adempimenti amministrativi, basterà inoltre passargli un'autovettura, uno stipendio ed il gioco è fatto... per ottenere quella informativa negativa antimafia!!!
Dopotutto come considerare quelle verifiche se non meramente ricognitive...
Sappiamo bene che, nello svolgimento di quei controlli, si esaminano esclusivamente i dati su eventuali provvedimenti giudiziari o misure cautelari, oppure si verifica se il soggetto è sottoposto a giudizio o sono in corso sentenze di condanna...
Quindi, se l'accertamento (sulla base di attività di indagine effettuata dagli organi inquirenti) risulta negativo, viene esclusa di fatto la possibile esistenza di elementi che presumerebbero tentativi di infiltrazione mafiosa... 
Ottenuto quindi quel cosiddetto "lasciapassare"... dalla prefettura, si potrà cominciare a ricevere quelle necessarie autorizzazioni per operare o concessioni varie, tra cui quelle relative ad esplosivi (per lo svolgimento di particolari attività...), nonché quei necessari titoli abilitativi alla conduzione di mezzi ed al trasporto di persone o cose...
Nel caso contrario e cioè quando la Prefettura emette i provvedimenti interdittivi, considerando quelle società come "infiltrate"... ecco che intervengono eventuali determinazioni, tra cui per esempio, i ben noti provvedimenti giudiziari, dai quali scaturiscono, sequestri e confische per tutte quelle società cosiddette "infiltrate" e con con la ben nota gestione amministrativa...
Se poi, successivamente a quanto sopra, si assiste a ciò che è avvenuto nel corso degli anni, mi riferisco ai continui ribaltamenti giudiziari, che hanno restituito ai legittimi proprietari le società interdette, ribaltando di fatto, tutti quelle pregiudizievoli espresse in precedenza...
Sorge quindi il dubbio che qualcosa forse in quei controlli non funzioni... perché se le procedure adottate in precedenza, vengono col passar del tempo... ribaltate, c'è da chiedersi se non sia il momento di cambiare qualcosa...
Infatti, considerando la lotta contro la mafia, che ha comportato -almeno qui da noi in Sicilia- migliaia di provvedimenti interdittivi, è strano dover giungere nel 2016 per comprendere come di contro, gli interessi di cosa nostra - grazie ad altre sue imprese associate - abbiano raccolto a se, la maggior parte degli appalti, in particolare quelle delle "grandi opere pubbliche"!!!
Ora, quanto sopra, è avvenuto principalmente a causa di un sistema di contrasto debole o quantomeno non adeguato, a differenza delle capacità messe in campo da quella criminalità organizzata, che nei fatti, si è aggiudicata quasi tutti gli appalti pubblici messi a disposizione dallo Stato...
Ritengo che l'errore fatto... sia dipeso dal non aver saputo concentrare in un'unica struttura, tutte quelle informazioni presenti nei vari gruppi d'interforze, mantenendo inoltre le stesse, costantemente aggiornate, per poter generare in maniera rapida, tutti quei provvedimenti di competenza... senza dover rischiare in un secondo tempo... la classica figuraccia...
E' in questa ottica, che va migliorato il sistema di controllo, realizzando per esempio una banca dati che concentri l'elenco di quelle società sottoposte ai provvedimenti d'interdizione, i suoi soci, ed anche coloro che hanno negli anni gravitato intorno ad essa... in qualità di affiliati, associati o anche di semplici consulenti, per finire con coloro che, in qualità di responsabili o funzionari di enti delle PA, hanno permesso con le loro ignobili azioni, che quelle corruzioni potessero realizzarsi ...
D'altronde... è in ciò che viene rappresenta la più grande mancanza istituzionale: l'inefficacia infatti della circolazione delle informazioni, ha permesso in questi anni, a tutte quelle società infiltrate dalla criminalità organizzata, di poter sfruttare tutte le lacune "donate" dallo Stato, permettendo così di operare indisturbatamente, in quasi tutti gli appalti pubblici.


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