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mercoledì 5 agosto 2020

L’animo umano non appare mai così forte e nobile, come quando rinuncia alla vendetta e osa perdonare un torto!!!

Riportava Milan Kundera: "La maggior parte delle persone si inganna con una duplice fede errata: crede nella memoria eterna (delle persone, delle cose, delle azioni, dei popoli) e nella riparabilità (di azioni, errori, peccati, ingiustizie); ma queste sono entrambe delle false fedi. 

In realtà avviene proprio il contrario: "ogni cosa sarà dimenticata e a nulla sarà posto rimedio. Il ruolo della riparazione (della vendetta come del perdono) sarà assunto dall'oblio. Nessuno rimedierà alle ingiustizie commesse, ma tutte le ingiustizie saranno dimenticate"!!!

Già... siamo così turbati (quantomeno in linea generale) dall'idea che il mondo in cui viviamo non sia di fatto "determinato", che abbiamo costantemente paura di quella sua intrinseca imprevedibilità...

L'impossibilità infatti di prevedere il corso degli eventi per evitare il verificarsi di talune negative circostanze determina in noi la necessità di voler individuare sempre un cosiddetto colpevole, responsabile di tutte le nostre disgrazie...

Ovviamente il ricercato colpevole di quella sfortuna sarà commisurato con la gravità stessa da sopportare che naturalmente muta, se trattasi di sorte o ingiustizia...

Infatti, mentre la cattiva sorte non trova alcun colpevole da punire, per l'ingiustizia è possibile individuare un possibile responsabile, sì...un individuo che può essere punito e di conseguenza ci consola saper d'aver fatto giustizia...

Certo, non sempre quanto sopra è possibile, anzi il più delle volte ciò che accade è che noi stessi si resti vittima dell'ingiustizia... d'altronde la linea che separa la giustizia dall'ingiustizia è così sottile che solitamente la seconda prevale sulla prima!!!

Difatti, mentre sulla metodologia da applicarsi alla giustizia esistono numerose teorie, di contro per l'ingiustizia non ve ne alcuna, anzi quest'ultima viene rappresentata quasi fosse una assenza ed è per questo motivo che ciascuno di noi si sente vittima (di quella "ingiustizia") e non mi riferisco esclusivamente a quella percepita che d'abitudine trova atteggiamento di replica attraverso reazioni scomposte soggettive, senza che poi vi sia alcun reale fondamento per esternarsi, no... il riferimento è rivolto ad una ingiustizia prodotto della avidità umana, sempre presente, che non va confusa con i comportamenti ingiusti.

In ogni caso, indipendentemente dal fatto che si riesca o meno a tracciare un vero confine tra sfortuna e ingiustizia, in capo alla società sorge comunque un obbligo e cioè quello di riparare al danno e nei limiti del possibile prevenirne l'evento negativo!!!

D'altronde come dicevo, la distinzione tra ingiustizia e sventura può risultare dannosa, in quanto induce a fare molto oppure troppo poco e ciò, è causato da quell'idea che vi sia una mano invisibile che controlli tutto...

Ho visto ieri sera in Tv la cerimonia per l'apertura del Ponte su Genova ed il cordoglio espresso per le vittime di quella tragedia...

So bene come quanto accaduto non aiuti a definire l'oltraggio e soprattutto comprendo come questa nostra democrazia - seppur stimolo di una sorta di solidarietà morale tendente ad attenuare la gravità della condizione delle vittime - non riesca a dare risposte celeri a quel senso di ingiustizia, in particolare quanto questo principio morale viene a scontrarsi con le inadeguate carenze sociali e strutturali, certamente nel 2020 non più giustificabili...

Ora il nodo da sciogliere rimane lo stesso e cioè valutare come l'ingiustizia e la sfortuna - se pur avvolti da tratti velati difficilmente comprensibili - debbano in ogni circostanza trovare la giusta considerazione nella società civile, tale da permettere  loro di rinunciare alla vendetta e di perdonare l'eventuale torto subito, viceversa lo Stato avrà quale obbligo morale, quantomeno quello di risarcire le vittime...

Già... poiché solo in questo caso non si andrà a decretare l'ennesimo comportamento ingiusto!!!

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