Sono passati decenni, eppure quelle stesse famiglie, quelle stesse strutture di potere criminale, continuano a governare interi territori con la stessa ferrea determinazione.
Le istituzioni conoscono i nomi, i cognomi, i movimenti, eppure sembra che ogni sforzo per sradicare questo male sia destinato a svanire nel vento.
C’è una resistenza che sfida il tempo, una capacità di adattarsi, di mutare forma senza perdere la sostanza. Le indagini si susseguono, le operazioni si moltiplicano, ma il risultato è sempre lo stesso: un gioco infinito di gatto e topo.
Le nuove generazioni ereditano non solo i nomi, ma anche i metodi, mentre i vecchi boss, anche dietro le sbarre, continuano a tirare le fila. È un sistema che si rigenera, che trova sempre nuove strade per infiltrarsi nell’economia legale, nelle istituzioni, nella vita quotidiana di chi vorrebbe solo vivere in pace.
Il pizzo non è un ricordo del passato, ma una realtà che ancora oggi strozza i commercianti. La droga scorre come un fiume inarrestabile, arricchendo chi decide, chi vive e chi muore. E mentre le giovani leve sfoggiano armi e lusso sui social, dimostrando una spregiudicatezza senza regole, la vecchia guardia sorveglia, calcola, pianifica. È una convivenza paradossale, fatta di tensioni e alleanze, dove ogni tregua è solo l’attesa della prossima guerra.
Le istituzioni sanno, hanno sempre saputo. Eppure, non basta. Non basta sequestrare beni, non basta arrestare capi e gregari, perché il problema è più profondo, più radicato. È una questione di potere, di paura, di silenzi complici. Finché ci sarà chi abbassa lo sguardo, chi preferisce pagare piuttosto che denunciare, chi considera la mafia un male inevitabile, nulla cambierà davvero.
La soluzione? Forse non esiste una formula magica, ma solo la necessità di una lotta che non si fermi mai, che coinvolga non solo le forze dell’ordine, ma ogni cittadino, ogni famiglia, ogni scuola.
Perché la mafia non si combatte solo con le manette, ma con un cambiamento che parta dalle coscienze. E finché ci sarà chi ha il coraggio di alzare la voce, di resistere, di credere in una Sicilia diversa, allora forse, un giorno, quelle ombre potranno davvero dissolversi.
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