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domenica 19 giugno 2016

Enzo Tortora: "Solo tre categorie di persone (ho scoperto) non rispondono dei loro crimini: i bambini, i pazzi e i magistrati".

Quante lettere dal carcere... 
Sono quarantaquattro gli scritti di Tortora alla propria compagna Francesca Scopelliti e in molte di quelle lettere, il presentatore esprime tutta la propria delusione per questo paese così ingrato e cinico, sempre alla ricerca di nuovi capri espiatori sui quali poter gettare fango... 
Riportava: "sto pensando di chiedere il cambio di cittadinanza, questo Paese non è più il mio”...
Ed ancora, non ha risparmiato i media ed i propri colleghi che gli hanno girato le spalle ( hanno preferito farsela alla larga... pur di non restare coinvolti): "Non parlatemi della Rai, della stampa, del giornalismo italiano... è pura merda...".
Come dargli torto... sono passati quasi trent'anni dalla sua scomparsa, da quel lontano 18 maggio del 1988 ed oggi, cosa è cambiato nella giustizia, in quei principi morali, in quelle virtù consistenti nel dare a ciascuno il dovuto e nel giudicare sempre e tutti... con equità???
Ma perché cambiarlo questo sistema, quando si sa, fa comodo a molti... 
A chi ruba ed evade, a chi sfrutta sessualmente minori, a chi corrompe con mazzette, a chi quelle tangenti le pretende, a tutti quei politici, funzionari, dirigenti e uomini delle istituzioni corrotti, a quei presidenti d'associazioni note, che poi... di volta in volta, vengono indagati...
Questo sistema è una manna per tanti, già, perché con qualche discreto "azzeccagarbugli" se ne può uscire con una semplice sanzione o al limite qualche condanna senza alcun giorno in carcere...
Mentre di contro, le persone innocenti finiscono in carcere senza alcuna colpa!!! 
E' il caso di Enzo Tortora o del "ragazzo della giudecca" Carmelo Zappulla, anch'egli finito erroneamente in una cella, per poi scoprire con una nuova sentenza, li ha giudicati estranei a quelle vicende, per non  aver commesso il fatto!!!
In quelle lettere si legge tutto il disagio di un uomo che perde all'improvviso la propria libertà e si trova costretto a vivere in condizioni mostruose all'interno di un penitenziario: siamo in sette in pochi metri e chissà perché si dice che siamo "al fresco" quando io in questa cella muoio di caldo e soprattutto non vi è alcuna privacy... anche quando sono al cesso, da un buco apposito è consentito loro vedermi..."
Hanno avuto il coraggio di definirlo "camorrista"!!! 
Era il 23 giugno 1983 quando l'hanno arrestato con tanto di televisioni e giornalisti a seguito... e fino a gennaio dell'anno consecutivo, fu costretto a rimanere in cella, quando alla maggioranza di quegli abituali delinquenti di cui sopra... è stato permesso di rimanere in casa propria, in quella cosiddetta (e aggiungerei lussuosa...) "libertà vigilata"...
Ma ad Enzo... no, lui lo si doveva umiliare "fino al midollo" ed in parte ci sono pure riusciti...
E' grave quando scrive: "non hanno niente in mano" è una lotta impari di questa farsa del tutto italiana, "fra me innocente e l'accusa, impegnatissima a dimostrare il contrario... una farsa che purtroppo durerà troppo a lungo...".
In quelle lettere non vi è soltanto rabbia... ma anche sofferenza fisica per l'ingiustizia subita da parte della nostra "giustizia" italiana... e proprio in quelle parole che Tortora esprime la sua massima accusa: "Solo tre categorie di persone (ho scoperto) non rispondono dei loro crimini: i bambini, i pazzi e i magistrati".
Ed ancora quando parla del periodo estivo in cui tutto viene sospeso... già, quando consiglia alla sua Francesca d'andare in vacanza, per come era in uso nei palazzi di giustizia (interminabile periodo feriale che iniziava dai primi di luglio e si protraeva fino a metà settembre): “La giustizia è al mare, noi nella merda”.
"Mi hanno rovesciato di tutto, mi hanno messo alla gogna, quasi fossi veramente un malfattore..."; un vero peccato che non ci si potesse rivolgere a quell'oracolo... tanto conosciuto come "bocca della verità"... lì almeno avrebbe potuto inserire la propria mano e riacquistare immediatamente la propria libertà... e non per come poi accaduto, gettato lì... in quella cella, in attesa di una "giustizia" (mai celere) che alla fine ha dato quale responso (aggiungerei era l'unico possibile...) quello che Enzo Tortora fosse totalmente innocente!!!
Sì... ma per quella colpa (ed anche per molte altre...) nessuno ha mai pagato!!!
Dopotutto è come dicevo sopra: la giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi trafiggono la tela e restano impuniti e liberi... 

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