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giovedì 30 giugno 2016

Una "Catania bene"...

Ho acquistato un libro scritto da Sebastiano Ardita, magistrato e componente della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania ed oggi, Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Messina...
Nel suo libro descrive in maniera meticolosa i collegamenti tra la mafia catanese e quella della provincia di Messina e l'evoluzione che queste associazioni criminali, hanno avuto dagli anni 80' ad oggi...
In particolare, viene descritto il passaggio di come queste, si siano con il tempo evolute, passando da quella impostazione rigida e violenta (in particolare contro le istituzioni), ad un nuovo modello, moderno e manageriale, che ha permesso loro, d'integrarsi tra le PA e nella società civile...
Già, in quel percorso si è totalmente rinnovata, passando da una immagine "cattiva e violenta" ad una "buona e produttiva", riuscendo inoltre a convincere i cittadini (con un'attenta opera di persuasione), di come, attraverso il proprio contributo, si sia migliorato il benessere sociale, colmando le lacune dello Stato, come per esempio... sicurezza e lavoro.
Il tutto è avvenuto grazie a nuove alleanze, nello specifico, con i settori dominanti dell’imprenditoria, della politica, della finanza, delle istituzioni, della stampa e di tutte quelle associazioni che con il loro discreto silenzio, hanno fanno sì, che le collusioni ed il malaffare, abbiano potuto estendere quei  propri tentacoli...
Una mafia "rigenerata", che ha saputo investire i propri profitti illeciti, in nuove e remunerative, attività imprenditoriali e commerciale, le quali, hanno nel corso di questi anni dimostrato, quella propria capacità di realizzare profitti e impegnandosi inoltre, a creare nuove opportunità lavorative...
Un sistema mafioso vincente (diverso e lontano da quello a suo tempo proposto dai "corleonesi"), che è diventato modello da esportare, anche per le altre associazioni malavitose, del resto d'Italia...
Si è trattato di trovare nuove alleanze tra quegli uomini che contavano nei posti chiave... come per esempio quelli "istituzionali" e quando non si è riusciti nell'intento, si è fatto di tutto per allontanare quelli e sostituirli con propri uomini, certamente più disposti ad alleanze e profitti...
Dopotutto non è il denaro che manca... anzi tutt'altro e con quello si può puntare a conquistare uomini e potere... 
Potremmo quindi concentrare in una parola quanto accaduto: trattativa ( che poi è la stessa parola usata in alcune inchieste note, tra Stato e mafia...). 
Certo la sola parola è di per se imbarazzante e ovviamente, all'interno di quegli uffici istituzionali, non la si vuole prendere nemmeno in considerazione...
Ma quando poi, si assiste a certe indagini delle procure, le quali quotidianamente, fanno emergere reati ed infedeltà da parte di quegli uomini pubblici, ecco che allora si comprende come forse, qualcosa di lesionato in quel sistema c'è!!!
Non per nulla... se il nuovo Procuratore Capo di Catania, Carmelo Zuccaro, nel giorno del suo insediamento in Procura ha dichiarato: “Catania soffocata dalla mafia... abbiamo bisogno che le cose cambino"!!! si comprende come ancora purtroppo, di lavoro da fare... c'è ne. 
Certo dinnanzi ad un sistema criminale così perfettamente integrato nella società attuale, diventa difficile slegare quanti sono legati tra essi... sia per rapporti familiari, di amicizia, universitari, politici e anche professionali senza escludere anche personali... mi riferisco ai legami sentimentali... 
Da quanto sopra è evidente che le famiglie mafiose negli anni si sono evolute... i figli si sono laureati e hanno occupato quelle posizioni dirigenziali lasciate nel corso degli anni libere...
Sono in tutti i settori... nessuno escluso!
Ed è il motivo per cui oggi, ancora più di ieri, diventa chiaro comprendere, il perché la mafia, non sia stata di fatto sconfitta!!! 
Perché i suoi uomini (quelli con i colletti inamidati...) partecipano a fare cadere i reati in prescrizione, perché il sistema carcerario è sottodimensionato rispetto al numero di criminali che delinquono, determinando così, quei presupposti continui d'indulti e amnistie, perché il sistema giudiziario fa più paura ai cittadini onesti che agli stessi criminali, perché non si perde mai occasione per criticare le istituzioni, le forze dell'ordine, i magistrati, facendo in modo che si disinteressino e si scoraggino, nell'intraprendere tutte quelle necessarie azioni di contrasto...
Per quanto sopra è ovvio che gli uomini (e donne...) di questo sistema, si vanno regolando di conseguenza... 
Faranno ovviamente il minimo indispensabile, per non aver problemi, personale e/o professionali...
Continueranno in silenzio ad avanzare di carriera con quel minimo sforzo, per giungere finalmente a quella auspicata "pensione" e sperando nel contempo, di poter tramandare quella propria occupazione ad un proprio familiare...
Dopotutto è di questo si tratta... 
Saper convivere all'interno di quelle regole prestabilite e mai scritte della nostra città: sì di quella soprannominata... “Catania bene”!!!

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