Il presentatore (e sua moglie) sono stati accusati di truffa, falso e diffamazione ai danni di Mediaset e del popolare tg satirico di cui faceva parte come presentatore esterno, per essersi fatti pagare dei servizi televisivi fasulli, basati secondo l'accusa su storie totalmente inventate...
La vicenda è del 2012 e certamente lascia ciascun di noi basiti... anche perché la coppia Mingo (e Fabio... che secondo l'inchiesta nulla centra con quanto accaduto...) erano tra le coppie più amate dal pubblico per quei loro servizi sempre ad evidenziare raggiri e truffe compiute in ogni parte nel nostro Paese...Poi improvvisamente la coppia sparì dal piccolo schermo in quanto il "Mingo", venne accusato di aver falsificato alcuni servizi mandati in onda nel programma di Canale 5...
Il presentatore pugliese avrebbe secondo l'inchiesta truffato Mediaset e Striscia La Notizia (con la complicità della moglie) per dei servizi totalmente inventati e spacciati per veri; inoltre il presentatore si sarebbe fatto rimborsare anche costi non dovuti per l'impiego di figuranti e attori...
Il tribunale ha ritenuto colpevoli gli imputati, responsabili di ben quattro truffe relative ad altrettanti falsi servizi realizzati per il tg satirico tra il 21012 e il 2013, inoltre i giudici non si sono fermati a questo, il presentatore Mingo è stato condannato anche per diffamazione!!!
L'inviato a sua difesa aveva accusato alcuni autori di Striscia, di essere loro gli "ideatori dei falsi servizi", scaricando su di essi ogni responsabilità...I giudici hanno però dato ragione ad Antonio Ricci e altri nove tra autori e produttori della trasmissione - che si erano costituiti parte civile - che ora dovranno essere risarciti...
va detto però che il De Pasquale (in arte Mingo) e la moglie (nella qualità di amministratore unico della società di cui il marito Mingo era socio) si sono dichiarati estranei ai fatti e annunciano ricorso.
In tal senso, "sono stati prodotti documenti a sostegno della tesi difensiva"; difatti, a tal proposito "si immagina siano stati valutati dal giudice per raggiungere i risultati assolutori del dispositivo".
A questo proposito i nostri assistiti, sottolineano di aver dimostrato la loro estraneità ai fatti a loro ascritti, raggiungendo la formula assolutoria per i fatti più gravi.D'altronde, dicono bene i legali, le sentenze non si discutono: se non si condividono, si impugnano e per farlo, è necessario attendere e studiare le motivazioni che sostengono il provvedimento: "questa difesa non ha voluto e non vuole che il processo venga svolto in luoghi non deputati"!!!
Siamo solo all'inizio vedremo come andrà a finire...
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