facciamofintadiniente 16-11-2015 - 15:28:47
Lo detto e lo ripeto l'ultima volta, poi si diventa noiosi, il film e già visto ed il finale assicurato.
Per non mensionare tutte le ditte precedenti, l'elenco e troppo lungo, ricordiamo la più recente, La Incoter SPA dei F.lli Basilotta, con lo sgambetto del certificato, adesso la Tecnis senza certificato non può più ne operare ne gareggiare a nuovi appalti, la magistratura con questo ennesimo piccolo sforzo, distruggerà l'ultima Impresa Edile Siciliana. Arriveranno i commissari, che di Edilizia e di gare, "senza nulla togliere a i pregi personali che possono avere" non ne capiscono un tubo, per coprire le spese correnti cominciano a svendere quello che ce di svendibile in azienda e nel giro di 1 max 2 anni ditta spolpata e tutti licenziati.
Cosi da qui a qualche anno tutte le opere che ci sono da fare in Sicilia, le faranno solamente cooperative ed aziende pulite del nord.
La colpa delle Imprese Siciliane e quella di Ambire in alto, fino a quando si parla di imprese con max 20 dipendenti " ca si fanu i ratteddi" nessuno le disturba, quando qualche Imprenditore Siciliano con le palle, in una terra arida e complessa come la Sicilia, riesce ad emergere ed a togliere campo alle concorrenti del Nord, ecco le strategie mettersi in atto e il gioco e fatto.
A pagare sempre e solo noi popolo inetto Siciliano, ma cu nicci porta a fari si cosi, contadini dobbiamo rimanere, e si operai ca restunu a casa, pazienza lu governu anticchia di disoccupazioni cia duna e campunu, pinsamu a saluti, poi li pulintuna ni diciunu ca campamu e spaddi soi, e facemiccillu diri, e la virità!!
Auguri Sicilia.................
A cominciare dal 3° tratto "Grotta Rossa-svincolo Canicatti" per l'ammodernamento della SS640 Agrigento-Caltanissetta, per seguire quindi con l'Interporto di Catania, ed ancora, il Parco eolico in provincia di Messina ed il completamento dei lavori nel Centro Outlet Village di Agira...
Circa 100 Milioni di euro di lavori andati in fumo... o meglio, consegnati ad altre imprese... per scoprire come, solo pochi anni dopo, alcune di quelle imprese, furono allontanate (non so dirvi se fosse intervenuto un'eventuale revoca del nulla osta antimafia) comunque, come si dice... oltre il danno, la beffa!!!
L'In.Co.Ter S.p.a. in ogni modo, se pur tra mille difficoltà, ha saputo reagire...
L'ingresso dell'amministrazione giudiziaria ha permesso comunque una certa continuità aziendale, attraverso l'aggiudicazione di lavori per milioni di euro quali:
- S.I.S. S.C.P.A.: Raddoppio Ferroviario in Palermo;
- IRAQ: Lavoro autostradale Umm Qasr-Al Zubair;
- CO.MER. S.P.A.: Fornitura di Conglomerati Bituminosi e noli;
- GESTIONE IMMOBILIARE S.R.L.: Realizzazione di un capannone prefabbricato da adibire ad uffici per autonoleggio;
- PROVINCIA DI RAGUSA: Lavori di manutenzione straordinaria nelle SS.PP. 31-15 e S.R. 25;
- PROVINCIA DI CALTANISSETTA: Manutenzione straordinaria e messa in sicurezza Sp233 e SP 253 ex RT Mussomeli-Caltanissetta
- COMUNE DI SOLARINO: Lavori per la esecuzione delle opere di urbanizzazione relative al Piano per gli insediamenti produttivi – I° Stralcio Funzionale;
- COMUNE DI SAN GIOVANNI LA PUNTA: Opere di Urbanizzazione Primaria nell’area P.I.P.;
si potrebbe dire alla Toto Salvaggio "increddibbile"... nel periodo di confisca (tra Ottobre 2012 e Novembre 2012) è stato revocato per "errore" il nulla osta antimafia, precisando che allora la società amministrata era di fatto... rappresentata dallo Stato: difatti, presentava un socio di maggioranza (custode giudiziario nominato dal tribunale), un collegio sindacale totalmente rinnovato per il 100%, un nuovo amministratore (giudiziario) e per finire un Direttore Tecnico ( il sottoscritto ) che ad oggi, presenta un casellario giudiziario "limpido", quanto l'acqua che scorreva nel fiume Giordano, ai tempi del Battista!!!
La tematica è che, la gestione di queste società sequestrate/confiscate è totalmente diversa da qualsivoglia conduzione, poiché entrano in gioco delle nuove limitazioni, parametri di esposizioni diverse dal classico management nel quale l'imprenditore assume in se tutte le problematiche e ne copre ovviamente i rischi... con proprie garanzie.
L’impresa è quindi chiamata a “ridefinire" il proprio organigramma, le proprie metodologie secondo logiche più strettamente “giuridiche” dove molte di quelle decisioni, debbono essere autorizzate, anche in quei casi rientranti nella gestione ordinaria, quale la definizione di contratti, produzione, vendite, la ricerca di eventuali mercati di sbocco, la disponibilità finanziaria, l’accesso a risorse di finanza (senza personali garanzie), tutte condizioni necessarie per la continuità aziendale...
L'impresa, con questa trasformazione perde di fatto, le sue originali peculiarità, in particolare quel valore intrinseco dato da quei legami interpersonali, da quella capacità di networking dove i rapporti inter-organizzativi sono basati principalmente sulla fiducia...
Inoltre, l'impresa confiscata viene vista ora da tutti, come fosse "malata" e dove, il solo intervento del nominato amministratore, non basta ovviamente a mantenere quel sistema relazionale con fornitori, clienti, istituti di credito, pubbliche amministrazioni, ecc... nel quale l’azienda era inserita...
La gestione tecnico/amministrativa, richiede non solo competenze professionali, che di per se possono essere trovate all'interno della stessa azienda... ma il sostegno dello Stato, di quelle politiche finanziarie/sociali - non assistenziali - che garantiscono all'impresa quella capacità di proseguire e di sviluppare nuovi progetti innovativi, tenendo conto, non solo della salvaguardia dei posti di lavoro, ma soprattutto dei benefici che tale gestione potrà dare a tutta la comunità...
Il problema infatti, non è rappresentato ne dalle perdite degli appalti... (questi dopotutto verranno affidati ad altre imprese) e neppure dalle ripercussioni occupazionali (la cui continuità potrebbe essere garantita dalle imprese aggiudicatarie... è già successo alcuni anni fa con le imprese dei Cavalieri), il fondamentale problema è che attraverso queste procedure, le nostre imprese non avranno mai modo di crescere e resteranno sempre ad un livello nazionale inferiore... da subappaltatori... o come direbbe l'amico di sopra... "semplici cottimisti".
Quindi evitiamo di far finta di non sapere cosa accadrà a questa bella realtà...a quelle risorse umane, alle loro famiglie, a quegli appalti, a quei beni strumentali tra cui macchinari e attrezzature, al patrimonio immobiliare, ma soprattutto ai suoi imprenditori, ora messi alla gogna da tutti... da quanti ne invidiavano le capacità e da coloro, tra colleghi e/o amici, che sotto l'apparente dispiacere per quanto accaduto, sperano ora, che da quella incresciosa situazione, potranno avvantaggiarsene... dopotutto è proprio nel carattere di pochi uomini, saper onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna...
Già... non facciamo finta di niente... perché lo sappiamo sin d'ora tutti... come andrà a finire!!!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.