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martedì 19 novembre 2019

Ex "ILVA" di Taranto: Il reale problema è che la fonderia produce più di qualsiasi altra fonderia in Europa.


Si ha come l'impressione che dietro le politiche della multinazionale Arcelor-Mittal vi siano altri interessi internazionale...
Si vuole ad ogni costo spegnere gli altoforni fermare la produzione, il che è quasi impossibile...
Lo stabilimento è stato messo sotto amministrazione statale quattro anni fa, dove da un lato il governo nazionale cercava di migliorare quella struttura produttiva e dall'altro cercava un acquirente del settore privato che garantisse i posti di lavoro in una dei territori economicamente meno sviluppati d'Italia...
Va ricordato inoltre come la stessa società abbia sofferto dei molteplici avvertimenti da parte delle autorità di regolamentazione europee e italiane per la quantità illegale di inquinamento che vengono emessi e degli esiti mortali che provocano nell'area circostante...
ArcelorMittal, il più grande produttore di acciaio al mondo, aveva concordato di assumere il controllo dell'ex Ilva e di pagare 1,8 miliardi di euro per l'impianto, promettendo altresì di spenderne altri 2,5 miliardi di euro per ripulire l'impianto ed aumentare la produzione da 6 a 8 milioni di tonnellate all'anno.
La società inoltre ritiene che l'attuale livello di produzione dell'impianto sia troppo basso per coprire i suoi investimenti e quindi ha deciso di ridurre i posti di lavoro da 8.000 a 5.000 ma come dicevo all'inizio si ha la convinzione che dietro questa crisi vi sia una manovra pilotata... 
Il Presidente Conte nel frattempo ha dichiarato che il nostro paese avrebbe citato in giudizio ArcelorMittal per violazione del contratto se la società avesse seguito la sua minaccia di ritirarsi da Ilva: "Sarà la più grande battaglia legale del secolo"!!!
Nel contempo, un doppio blitz della Guardia di Finanza negli uffici di ArcelorMittal e nello stabilimento siderurgico pugliese ha portato al  sequestro di documenti, supporti informatici e cellulari,  dando seguito alle indagini aperte in contemporanea dalle due procure di Milano e Taranto. 
Indagini ancora a carico di ignoti che, tra i punti nodali, intendono far luce sul presunto «depauperamento» dell'azienda e appurare se la crisi, che ha portato il gruppo franco indiano a dare l'addio all'ex Ilva, sia stata o meno "pilotatà" dalla stessa multinazionale. 
Indagini che puntano a chiarire come mai nel giro di un anno il buco nei conti di ArcelorMittal sia più che raddoppiato rispetto a quello dell'ex Ilva ed inoltre, i pm di Taranto daranno domani un nuovo incarico ai carabinieri del Noe di Roma per compiere nuove indagini sulle operazioni di bonifica, sulla situazione dello stabilimento, sulle attività di manutenzione finora eseguite e sulla sicurezza sul lavoro...

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